domenica 25 ottobre 2009

COCAINA , SESSO , RAPINE E RICATTI .........

ovvero il PD ed Il Suo Governatore.


Indipendentemente dalla fotografia oscena della societá attuale, non avrei mai votato per una persona come Marrazzo. Per cui ritengo necessario che nella scheda biografica di chi si mette in lista per essere votato debba rigorosamente essere espresso a quale sesso si appartiene e quale orientamento sessuale si abbia, nonché quale religione si professa, ovviamente se se ne ha una. La "privacy" é per tutti i cittadini , si, peró chi vuole essere eletto, ribadisco, deve chiarire tutti i punti sopracitati oltreché il suo stato patrimoniale altrimenti sarebbe una gran truffa nei confronti del Popolo Sovrano.

Marrazzo governatore del Lazio autosospesosi questa mattina:

Marrazzo sarebbe stato sorpreso durante un "rapporto mercenario", pare con una transessuale, avvenuto a luglio scorso.

Da : é una bufala.... non mollo! A culi e pompini, assegni per 50.000 euro, cocacina, tesserino, autoblu il tutto da sette anni o giú di , a rispetto per la mia famiglia come se lui l’avesse avuto per l’appunto ! A .. una debolezza nella mia vita privata ....ad un incubo questa incursione nella mia vita!

Natalí il prediletto/a :  da non so nemmeno chi sia! A : Piero lascia stare la Brendona quella é drogata e ti rovina a Giselle, Michelle, Luana ed a tutta la grande famiglia di questi Brasilani con tette e bocche siliconate tutti regolarmente clandestini che potremmo imbarcare su un bel volo diretto a Brasilia con una raccomandazione a Lula di farseli lui!.... visto che giá ci é abituato!

Non possiamo dimenticare le parole di Piero Marrazzo quando presento' il suo programma elettorale mettendo al centro della sua futura azione politica la questione etica''. Lo afferma in una nota Fabrizio Santori, ...Il sabato in cui di fatto lascia la presidenza della Regione Lazio in seguito all’imbarazzante sexygate che lo vede protagonista suo malgrado di un video del quale :  "solo venerdì aveva negato l’esistenza."

Marrazzo? Di vip e uomini politici di tutti i partiti qui ne vediamo di continuo.  I trans sudamericani vanno per “la maggiore", raccontano i vicini di via Gradoli. L’autosospensione del governatore PD del Lazio, per la vicenda di sesso e ricatti in cui si é messo oramai da 7 anni, è l'argomento del giorno per la comunità delle prostitute transessuali romane.

Il ‘vizietto’ sembra dilagare nella penisola italiana. L’ultima arriva dal sud dove una donna ha chiesto il divorzio dopo aver beccato la relazione adultera del marito con un transessuale. È la vicenda che vede protagonista una donna di origine campana, Alessia M., di 35 anni, maresciallo dei carabinieri in servizio a Reggio Calabria. La donna si è rivolta a due legali di Napoli, il prof. Mario Vittorio Chiusolo e l'avvocato Lucia Caputo, chiedendo la separazione per la 'deviazione sessuale’ del marito. Alessia M. ha riferito anche di avere appreso che il marito, Marco C., di 40 anni, ispettore di polizia, “ha una relazione con un trans dopo reiterati pedinamenti”. La coppia è sposata da sette anni ed ha un bambino di cinque. Alessia M. ha chiesto anche che al marito venga tolta la potestà genitoriale.
Che fine ha fatto la Pietas?   si chiedeva a  Dicembre scorso  la giornalista dell' Unitá : Delia Vaccarello con la fiaccola in mano di fronte all'Ambasciata Usa dalle 17 celebrato un "day without gay" tutto italiano.

Ognuno esprima la sua opinione personale liberamente, ma si sappia che il blog è un servizio di un quotidiano di informazione e dunque occorre l'obbligo per me di fornirne una corretta. E' errato dire che l'omosessualità sia la strada maestra per la pedofilia, la pedofilia è una perversione che ha effetti violenti e viene perpetrata nei confronti dei minori da persone adulte, a prescindere dal loro sesso.

La "normalità" consiste in questo: nella capacità di entrare in relazione profonda con un altro essere. Relazione che si irradia intorno ed è una risorsa per tutta la società. L'orientamento sessuale è una variante del comportamento sessuo-affettivo dell'essere umano.

Cara Delia, commenta un lettore : solo una precisazione sul termine "tutti" oggetto della tua risposta. Il temine "tutti" va letto nel contesto del mio intervento, vale a dire nella gente che incontro al bar, al lavoro, in famiglia, in uficio o allo stadio, con la quale ho condiviso la tematica sull'adozione di figli a coppie omosex. Il fatto che non abbia trovato persone favorevoli a lasciare i loro figli in affido a copie omosex, non vuol dire che cerco di nascondermi dietro a improbabili alleanze o cerchi di autoreferenziarmi.

Cara Delia, scrivo io :  ho voluto ricordare alcuni aneddoti della mia vita, semplicemente per rapportare ad una dimensione umanamente comprensibe, concetti il piú delle volte astratti. Non essendo problematiche dell'altro ieri sono state trasferite al "disco duro dei ricordi" e non provocano piú bisogni di "sfogo". Chiarito, spero, questo concetto, sono d'accordo con lei quando fa un passo indietro non assimilando il vaticano all'Iran primo perché é teologicamente errato infatti il Vaticano puó essere solo paragonato alla Mecca mentre L'Iran pú essere paragonato a qualche chiesa luterana. Secondo perché anche se il Vaticano non ha abolito la pena di morte e stó alla sua parola, non usa piú la Ghigliottina o la mannaia dal 1870 mentre L'Arabia Saudita o L'Iran o il Sudan o...... quasi tutte le nazioni Islamiche l'usano settimanalmente o giú di li. Mi sembra ovvio che la coincidenza su alcuni punti non significhi essere uguali peró anch'io come mio figlio non lascerei mia nipote di 6 anni con un amico omosessuale d'origine maschile perche essendo tremendamente intelligente e sensibile si renderebbe subito conto della diversitá dell'amico e richiederebbe un ulteriore sforzo educativo nel farle comprendere una realtá che secondo il mio punto di vista sarebbe opportuno conoscesse una volta sviluppata. Ovviamente la cautela sarebbe identica anche con un amico eterosessuale, tanto per essere chiaro. Ribadisco il concetto primario senza deviazioni: L'evoluzione dei mammiferi é passata dall'ermafroditismo alla suddivisione maschile femminile proprio perché era quella che assicurava la migliore attivitá procreativa al momento ed anche guardando un pó piú in la nel futuro le cose dovrebbero rimanere le stesse per qualche migliaio d'anni per lo meno. per cui qualsiasi variazione al tema é tecnicamente una aberrazione. Di qui : l'atto fisico d'amore tra due omosessuali d'origine maschile nel congiungimento carnale utilizza lo sfintere non essendoci nessun organo femminile per poter ricevere un pene mentre in quello tra due omosessuali d'origine femminile non puó esserci penetrazione perché é difficile trovare un clitoride di dimensioni tali da poter penetrare una vagina, se poi diamo una occhiata al mondo mussulmano notiamo che l'aberrazione consiste nel tagliare quest'organo femminile e infibulare la vagina dopo aver tagliato le piccole e grandi labbra ad oggi nel Mondo continua questa mutilazione, milioni e milioni sono le vittime e ci sono alcune ginecologhe che appoggiano quest'usanza barbarica per essere "etnica". Tutto questo per sottolineare che in una nazione democratica come l'Italia dopo tutto il vissuto di questi ultimi decenni solo qualche imbecille non accetta la libertá d'unione di due omosessuali, peró non fá testo e cosí come esistono coppie di fatto eterosessuali ci sono quelle omosessuali e va bene cosi, perché farne un problema perché pretendere un trattamento di favore perché sentirsi discriminati quando ci sono le migliori condizioni di vita, per loro , qui in Italia che in tutto il resto del Mondo. Un ultimo punto: la sensibilitá artistica in genere non é una esclusiva del genere omosessuale e difetti e virtú degli eterosessuali si trovano equalmente ripartiti ovunque.

Capisco bene il suo punto di vista peró non lo condivido, questo non toglie continuare ad essere disponibili non solo per capire ma per attuare in una forma tollerante purché reciproca ed imponendosi di fare del bene al prossimo inteso in un suo concetto piú ampio. Al  lettore precedente, tanto per precisare, devo dire che  Il cognome Storace spazia dalla estrema sinistra all'estrema destra. Cosi come mi sono espresso, io sono un libero pensatore, mai portato il cervello all'ammasso, di tradizioni cattoliche profondamente laico e con un passaggio nell'Islam per evitare che mi prendessero a "pietrate" la moglie con la quale vivo felicemente da 30 anni. Sfruttando questo mio anno sabbatico, tra le altre cose, stó portando avanti una ricerca sul mio cognome e sembrerebbe risalga al 1000 e sia riconducibile ad un gruppo di pirati nordafricani probabilmente Ebrei che sbarcarono nelle prossimitá di Sestri levante dividendosi in 2 gruppi uno che rimase sulla costa ed un altro si spostó verso l'interno. Shalom!

Ho letto con interesse ed attenzione ognuno dei commenti degli altri lettori e mi viene spontaneo parafrasare una breve strofa di una vecchia canzone di De André rivolgendomi loro con un : "cari fratelli dell'altra sponda". Cari fratelli dell'altra sponda, traspare una gran quantitá di sentimenti contrastanti, di aspettattive disattese, di passioni covate nei vostri commenti che ho avuto il piacere di leggere e di meditare. Ho colto anche, in alcuni di essi, una certa approsimazione sul tema dualistico Cristianesimo-Cattolicesimo ed Islam-Shiita e Sunnita. Mi sono inoltre meravigliato per la vostra certezza d'essere nel giusto visto il mio brancolare tra un dubbio e l'altro sulla mia ed altrui esistenza. Vorrei apportare il mio sincero contributo d'eterosessuale incallito che ha vissuto in molte parti del Mondo, dove il vostro genere ha avuto e continua ad avere una vita assolutamente non facile; quasi, come qualcuno di voi dice, da medioevo ed ha ragione perché l'ho visto con i miei propri occhi. Come eterosessuale devo confessare che ho sempre considerato l'omosessualitá di derivazione maschile una malattia degenerativa del sistema nervoso, genitale e riproduttivo , lasciando ovviamente da parte i casi di ermafroditismo che al contrario ho sempre considerato il vero terzo genere. Ricordo di essermi ritrovato, non só come, in mezzo ad un gruppo agitato di adolescenti, nel lontano 1959 inseguendo per un lungo tratto di strada e di giardini pubblici un adulto che scappava che tutti apostrofavano con epiteti dispregiativi e volgari... dopo un pó mi sono fermato e mi sono chiesto cosa facessi li in mezzo e mi sono visto carnivoro inseguendo un erbivoro in una prateria e la persona che fortunatamente per tutti é stata piú veloce ed é sparita alla vista di quel "branco" stando agli epiteti doveva essere un fratello dell'altra sponda. Da allora sono passati 40 annni. Guardando lo spettacolo l'isola dei famosi mi sono reso conto che da allora, é passato "un millennio" e nessun altra nazione mediterránea ha realmente fatto un balzo in avanti cosi come noi,  vanno bene i  Gay- pride days, vanno bene i machos days, gli women's days,  ma ....... ai "mancini" .......ci pensa forse qualcuno?????







sabato 24 ottobre 2009

RICERCATORE DEI MIEI STIVALI!

Questo é quello che quell'imbecille del Caracciolo mi ha scritto:


Beh! Mi faccia la cortesia di non farsi più sentire. È formalmente diffidata dallo scrivermi ulterioremente. poi: Se è capace di ribattere: Si accomodi, ma la discussione non può avvenire nel postribolo informatico in facebook
Ripeto: delegato zonale del PdL per i rapporti con gli islamici. E non si permetta più di usare nei miei confronti i termini "antisemita” e “negazionista”, termini di cui chiaramente neppure conosce il significato.
Premetto che genealogicamente posso rivendicare una italianità di oltre mille anni. Nessuno potrebbe dire a me di andarmene fuori dall’Italia.
Il mio nemico non è il musulmano, ma il sionista. Lei è totalmente inetto a qualsiasi conversazione civile.Non so dove sia stato in questi 40 anni.
Ma ci ritorni! Questo paese non fa per lei! Lei mi diffida un c...sono io che ho il diritto di congedarla

Cosi ha scritto quando 6 giorni fa ho scoperto il suo gioco! Pazzo!

mercoledì 14 ottobre 2009

PORTA A PORTA DEL 14.10.2009 - FINIAMOLA CON LE FAVOLE!

I destinatari di questa mia missiva sono in ordine di prioritá considerando un concetto che non dovrebbe mai morire, cioé quello della cavalleria I partecipanti alla trasmissione : PORTA A PORTA di Mercoledi 14 Ottobre 2009 nel seguente Ordine


On. Suad Sbai
On. Daniela Santaché
On Mara Carfagna Ministro di Stato
On Roberta Pinotti
Sig.ra Silvia Grilli giornalista di Panorama
On. Ignazio La Russa Ministro di Stato
Sig. Ferrero della sinistra extraparlamentare
Sig. Abdel Hamid Shaari (imam) di viale Jenner a Milano
Il conduttore Sig. Bruno Vespa

Fuori luogo innanzi tutto la sparata, ad un certo punto della serata, del conduttore nei confronti dell’ Onorevole Sbai per affermare il suo ruolo di conduttore , a mio avviso solo una dimostrazione di arrogante maleducazione o di maleducata arroganza. Faccia lui!

l'Attentato suicida?  In primo luogo smettiamola di chiamare "kamikaze"  dei poveri disgraziati  in preda di allucinazioni  che  si ispirano a testi obsoleti  dove l'atto d'immolarsi  uccidendo gli infedeli  .... porta direttamente al "paradiso".  Dopo farsi crescere la barba,  il ritorno alla segregazione femminile,  le preghiere rituali e  le istigazioni  in arabo dei varii  sedicenti  imam,  é il passo naturale  di chi  é preda di questa "mostruosa schizofrenia"  con lo sfondo del martirio religioso!

L’errore di fondo sul quale, per l’ennesima volta tutti sono caduti, é sempre il solito: quello di assimilare la moschea alla Chiesa l’Imam ad un párroco e dopo oramai 30 anni di penetrazione Islamica aver trasformato l’inganno iniziale in una veritá che nella realtá della contestualitá islámica non esiste, cioé l’obbligo della preghiera collettiva.

Non é cosi, non é mai stato cosi, non é scritto nel Corano non é scritto nella Arisala uno dei piú famosi testi successivi e non é cosi nella prassi comune di molti Paesi Islamici.

L’unica Chiesa Islamica equivalente ad una nostra Chiesa é giustamente la KAABA quel parallepipedo di pochi metri quadrati ricoperto ogni anno di un arazzo nero bordato di fili d’oro con una piccola porticina che viene aperta una volta all’anno per permettere al Re Saudita di turno di entrare e lavarne il pavimento e poi di girarci attorno pregando Il Dio comune degli Ebrei , dei Cristiani e dei Musumani.

Ed é verso la Kaaba che il fedele nel suo rapporto individuale con Dio senza alcun intermediario di sorta , lo ripeto: senza nessun intermediario ha l’obbligo di pregare 5 volte al giorno nei modi prescritti.

Su questa forma individuale giustamente l’attuale Re Saudita si é espresso recentemente affermando che ai cittadini stranieri , residenti in Arabia Saudita, di religioni diversa da quella Islamica é garantito tutto il diritto di pregare in forma privata, senza pubblicitá, a casa loro.

Perfetto! Questo concetto che non é mai entrato nella testa dei nostri politici, dei Media, ben chiaro nelle menti di chi é arrivato in Italia in questi 30 anni magari con l’aiuto degli stessi Stati Arabi di appartenenza per liberarsi di elementi di zavorra o di pericolo per le loro istituzioni, é loro servito, come primo “cavallo di Troia” per arrivare in 30 anni a 70 e passa moschee.

Capisco il sacro furore di Gesú detto il Cristo quando secondo le scritture cristiane caccia i mercanti dalla Sinagoga........prende anche me, ogni qual volta penso all’ imbecillitá dei nostri governanti di centrosinistra che si sono resi complici di questo atto di guerra contro la nostra Patria. Oppure, per meglio rendere l'idea, questi  "poveri orfani del Muro di Berlino"  che come  D'alema a Ballaró  afferma di non rinnegare la sua passata appartenenza al partito comunista !!!!!  E che come  "lenoni"  hanno tenuto aperte le cosce di questa nostra povera Italia facendola stuprare dalle centinaia di migliaia d'immigrati  piovutici da tutte le parti!

L’esperto di terrorismo internazionale (dal naso storto) interpellato a Washington mi ha meravigliato con i suoi giri di parole quando sarebbe stato molto piú semplice spiegare che il terrorismo é insito in una religione che stá cercando, in forma disperata, qui in terra d’infedeli, di resistere con ogni mezzo all’inglobamento da parte della religione Cattollica, Apostolica, Episcopale, Romana….di ben altro spessore, traettoria e potenza! D’altra parte una religione come quella cattolica che in 4 secoli da perseguitata si é trasformata in persecutrice e nella Religione di Stato dei due Imperi Romani....... c’è di che temere.

Non a caso , la miniatura di moschea, nel presepe di una parrocchia genovese approvata prontamente dal Cardinal Bagnasco potrebbe avere anche questa chiave di lettura.

Il conduttore , nella sequenza di domande al sig. Abel Hamid Shaari , ha dato prova della sua grande ignoranza del tema e mi ha ricordato quel divertentissimo filmetto: “ non ci resta ché piangere” quando i 2 compari si addormentano sutto l’albero e si risvegliano nella Firenze delle signorie.

La televisione di Stato, a mio avviso, dovrebbe avere come prioritá assoluta, il dovere di trasmettere ai cittadini televedenti l’informazione piú corretta possibile per cui avrebbe dovuto dare prioritá all’ On. Suad Sbai l'unica ad avere maggior voce in capitolo vista la sua origine, il suo incarico, il suo mandato ed il fatto non ultimo di essere una Donna Araba   per cui di per se, a paritá di istruzione 3 volte piú intelligente di un suo conterrano ; ed invece ha dato visibilitá ad un autoproclamato Imam, lo ripeto: Nell’ Islam Sunnita nessuno fa da intermediario tra il fedele e Dio che con un visto d’ingresso in Egitto é stato respinto dalle autoritá al suo arrivo!

Bella, pregevole inteligente, anche se ha un predecessore tedesco che scrisse un Libro: “ Tete de Turc” .La giornalista e la sua azione dirompente indossando il Burka celeste per le vie di Milano il problema peró non é solo il Burka , il barracano, la veletta, la museruola il velo etc. Il problema é la poligamia con la complicitá di Giudici di cui conosciamo l'estrazione e l'apparteneneza politica,  il problema é l'infibulazione, la clitorotomia, il problema é la sottomissione, le violenze, gli stupri familiari che le donne devono subire, il problema é  la macellazione Alal  con indicibili sofferenze per gli animali sgozzati  ed ovviamente il problema é il germe del terrorismo  che i piú  non i meno, i piú si portano addosso! Mentre la "Madre di tutti i Problemi" é, gentile Ministro Carfagna, il seguente:

“ La dicotomía di sacro e secolare non é mai esistita e mai potra esistere nella Storia dell’ Islam. Altre credenze che si autodefiniscono “ religiose” (Ebrei, Cristiani buddisti, etc) possono considerare valida questa ipotesi, ma mai potrá farlo l’Islam”

Tratto dal libro : “ Il futuro sará dell’Islam” del Ministero degli affari religiosi Saudita  di 30 anni fa! “catechismo “ Islamico che si diffonde nelle Moschee.

E questo , cari tutti, significa la predominanza : sempre, dovunque e comunque  della SHARIA  sulla COSTITUZIONE.

Kemal Ataturk nel 19 aveva visto giusto , lo Stato Maggiore Algerino nel 92 ha visto giusto! Sono gli unici esempi di laicizzazione e di resistenza al terrorismo Islamico.

Il resto caro Ministro La Russa, e glielo dice un suo amico di Partito di allora e di adesso che ha iniziato a far política nella Giovane Italia nel 59 e che dal 67 é in giro per il Mondo, usando una parola a me cara , il resto é solo : “ BULLSHIT” .



Andrea Storace

venerdì 2 ottobre 2009

WOODCOCK - HEADWOOD - HEADSCOCK

Finte schermaglie, scappellamenti, grazie, no prego, prima lei
                                                                                tra:
Roma - Il presidente della Camera Gianfranco Fini, querelato dal magistrato Henry John Woodcock per alcune sue frasi in una trasmissione tv, ha deciso di non avvalersi della copertura prevista dal cosiddetto "Lodo Alfano",
                                                                                 e
Woodcock "La sensibilità istituzionale mostrata dal presidente Fini - ha detto il pm tramite una dichiarazione diffusa dal suo legale, Bruno Larosa - compensa la pur grave offesa arrecatami dalle sue dichiarazioni dell’epoca. Da magistrato e da uomo dello Stato - ha aggiunto il pm Woodcock - in questo momento ritengo doveroso rimettere una querela nei confronti

mi hanno portato  alla seguente riflessione:
com'é possible che dopo 65 anni dalla fine di  una dittatura che si é distinta per la tecnica di controllo delle  Masse riunendo milioni di persone alle aduntate oceaniche  ed  alle  veline (quelle vere" che il MIN CUL POP  regolarmente passava a tutti i giornali . Come é possibile che dopo 30 anni  di  menzogne spacciate per veritá da un gionale nazionale quale l'UNITA  e dal suo "bos" membro del  Comintern  e terrorista internazionale oltre che agente bolscevico con innumerevoli passaporti ed alias  che ci hanno aperto gli occhi e chiuso la bocca ancora oggi  alle soglie del 2010 questi politici , questi magistrati, questi Media , possano continuare a pensare di avere a che fare con cittadini trinariciuti che  abboccano a qualsiasi  notizia?

Aiutatemi a capire,  grazie

giovedì 1 ottobre 2009

MENO UNO

Politica


lettera dell'ex pm, ora eurodeputato dell'Idv, su "Il Fatto"

De Magistris lascia la magistratura

e attacca il Capo dello Stato

«Non serve più uccidere i giudici per fermarli. E Lei signor Presidente, ha lasciato soli i servitori dello Stato»

Grande giorno di festa oggi!  Abbiamo un "Toghelano" di meno.

"Dall' ANSA di oggi
Luigi De Magistris, ex pm di Catanzaro, ora eurodeputato dell'Italia dei valori, annuncia il suo addio definitivo alla magistratura (si era messo in aspettativa) in una lettera al capo dello Stato e presidente del Csm, Giorgio Napolitano, pubblicata sul quotidiano «Il Fatto», in cui usa toni duri contro il presidente della Repubblica. «È una lettera che non avrei mai voluto scrivere- spiega De Magistris - è uno scritto che evidenzia quanto sia grave e serio lo stato di salute della democrazia nella nostra amata Italia. È una lettera con la quale le comunico, formalmente, le mie dimissioni dall'ordine giudiziario». L'esponente Idv sottolinea: «Ho avuto la fortuna di fare il magistrato, il mestiere che ho sognato» perché «la magistratura è nel mio sangue. Per questo, ho deciso di prendere le funzioni di Pm in una sede di trincea, di prima linea nel contrasto al crimine organizzato: la Calabria». "

ONORE AI COMBATTENTI ALGERINI PER L'ALGERIA FRANCESE

Ieri,  30 Settembre, La Francia ha commemorato questi combattenti  che si sono immolati  per lei sul suolo Algerino.   Algerini che avevano capito la pulsvalenza di un'Algeria Francese e che sono stati massacrati , come sempre succede, al'indomani della indipendenza Algerina .

47 anni sono passati da quel momento  e purtroppo questa Nazione pur con grandi cambiamenti é sempre al "palo di partenza"  Una costituzione "monca"  dove la Donna  non gode tuttavia gli stessi diritti ed é quindi un cittadino di 2ª categoria, un  terrorismo strisciante ed   una Ammnistrazione che si dibatte tra l'inefficenza e la corruzione

"Au moment où la France annonce la création d’une fondation sur la guerre d’Algérie ainsi qu’une série de mesures en faveur des harkis, retour sur une tragédie avec Rabah Zanoun, réalisateur du Le choix de mon père.


Hier, en France, c’était la Journée nationale d’hommage aux harkis, ces soldats d’origine algérienne qui se sont battus, entre 1957 et 1962, aux côtés de l’armée française contre des Algériens qui revendiquaient l’indépendance. En tant que fils de harki, cette Journée d’hommage représente-t-elle quelque chose ?

D’abord, je ne me considère pas comme un fils de harki. Cela tendrait à dire que je reconnais un « statut » ou une « appellation », chose que je ne revendique pas. Donc, je ne parlerai pas en tant que fils de harki, mais en tant que citoyen français. Je suis né en France, j’ai fait mes études dans ce pays, j’y vis et j’y travaille. Comme toutes les commémorations, cette journée a plutôt une valeur de symbole. Elle cherche, à mon avis, surtout à satisfaire des revendications politiques, et une reconnaissance d’une souffrance. Etait-elle attendue ? De moins en moins. Cette journée reconnaît le mérite des harkis, mais il ne règle en aucun cas le problème. A savoir, la responsabilité de la France, la libre circulation, l’effort que doit fournir ce pays à ces personnes. Cette journée s’est installée dans le paysage commémoriel français, mais elle est dissipée dans la multitude de journées d’hommage.

Le mot « harki » vient d’un mot arabe qui signifie « mouvement », mais aussi « escarmouche » ou « guérilla ». Mais en France ou en Algérie, il est synonyme, dans l’imaginaire collectif, du mot « traître ». Les harkis s’étant rendus coupables de nombreux massacres contre les Algériens. Une proposition de loi française vient d’être déposée en France pour punir ceux qui insultent les harkis. Fallait-il le faire ?

Malheureusement, cela risque de ne pas changer grand-chose. Vous savez, depuis la fin de la guerre, les harkis n’ont cessé d’être l’objet d’insultes, de la part des Algériens mais aussi d’une partie des Français, particulièrement de gauche. Georges Frèche, président de la Région Languedoc-Roussillon, en France, traite les harkis de sous-hommes sans que cela n’émeuve grand monde. Pourtant, l’insulte « sous-hommes », untermensch en allemand, devrait rappeler à beaucoup ce que ce concept a amené en France. Quant au président Bouteflika, qui traite les harkis de collabos, il est dans son rôle : garantir une unité nationale, en bannissant d’une certaine manière les harkis de la vie sociale algérienne. Et il s’est bien rendu compte des dégâts qui ont été faits au sein de la population. Un jour, certainement que l’Algérie se rendra compte, à travers son comportement envers les harkis, de la destruction du lien social dans la nation. D’où tire-t-il sa légitimité ? De son passé révolutionnaire, même si certains pensent que le président algérien a exagérément glorifié son parcours. Je crois qu’il fait surtout plaisir aux moudjahidine, qui représentent encore en Algérie une force puissante.

Vous êtes l’auteur d’un documentaire diffusé sur France 3, Le choix de mon père, qui raconte l’histoire de votre propre père, membre du FLN, et qui, ayant refusé d’abattre un représentant du MNA en 1959, fut condamné à mort par le FLN et s’engagea dès lors comme harki avec les autorités françaises… En quelques mots, racontez-nous….

Pour résumer, mon père quitte la Kabylie en 1955 pour émigrer en France. A partir de là, il rejoint le FLN comme sympathisant, et en 1959 il intègre un commando de choc. La mission de ce commando consistait à assassiner un membre du MNA (Mouvement national Algérien), adversaire du FLN. Mon père refuse, se sachant condamné à mort par le FLN pour cela, il trouve refuge auprès des autorités françaises et s’engage comme harki. Et ma volonté pour ce film, a été de comprendre comment on devient harki et non pourquoi, de lever le voile sur une histoire enfouie, une mémoire meurtrie. La plupart des harkis se sont enfermés dans le silence. Oubliés par les Français, méprisés par les Algériens. Mon film est l’occasion de lutter contre les raccourcis historiques.

Est-ce que cet engagement comme harki était-il un choix forcé par les événements ? N’y avait-il pas d’autres moyens que de s’engager avec les autorités françaises de l’époque ? Votre père passe quand même du FLN à l’armée française…C’est un grand écart !

Il ne faut pas oublier qu’entre 1954 et 1962, il y a eu une guerre entre la France et les Algériens. A l’époque, la plupart des émigrés algériens en France étaient considérés comme des suspects. Mon père a fait le grand écart, comme vous dites, car sa situation était plus que compromise. Il n’avait aucune possibilité de retourner dans la vie civile. Le FLN voulait sa mort. Il était impossible pour lui de retourner auprès de ses amis et de sa famille. Il ne s’est pas engagé comme harki parce qu’il soutenait la France, il s’est engagé car le FLN voulait l’abattre. Existait-il une autre solution ? C’est sûr qu’aujourd’hui en 2009, il est plus facile de se poser cette question. L’exemple de mon père montre à quel point les harkis ont été pris dans le piège colonial. Les raisons sont multiples, et pour chaque individu s’engager auprès de la France n’était pas une mince affaire. Le grand écart, dont vous parlez, est la situation qui prévalait pour tout Algérien de l’époque. Pour le FLN, vous êtes avec nous ou contre nous, et pour la France, il s’agissait de rallier un maximum d’Algériens afin d’affaiblir le mouvement révolutionnaire.

Une fois l’Indépendance de l’Algérie acquise, quel a été le sort de votre père ?

Les accords d’Evian étaient censés protéger les harkis comme les révolutionnaires algériens. Malheureusement, pour nombre d’eux, ce fut le massacre ou le départ forcé pour la France. Quant à mon père, il fut arrêté en juillet 1962 chez lui en Kabylie. Il restera en prison, à Maison Carrée, jusqu’en 1967. Et depuis cette date-là, il vit en France avec ma mère, mes cinq sœurs et mon frère. Durant son incarcération, la période la plus dure a été celle où l’on regroupait les harkis avant de les emmener en prison. De juillet à novembre 1962, il était dans un camp de regroupement, dans le village de Camp de Maréchal. Et là, il a souffert des vexations, humiliations, tortures de la part de ceux qu’on appelle les « martiens », les révolutionnaires de la dernière heure. Dès son arrivée en France, il s’est installé en Lorraine, la sidérurgie avait besoin de beaucoup de main-d’œuvre. C’est aussi, une longue période de silence sur cet épisode de sa vie. On n’a pas envie de transmettre un destin chargé de larmes et de sang à ses enfants. Il est évident que cette incarcération durant cinq ans, sans jugement de la justice algérienne, l’a profondément marqué, lui qui n’a pas de sang sur les mains.

En Algérie, près de cinquante ans après, le sujet est encore tabou… Les rancoeurs sont souvent légitimes. On se rappelle des propos du président Bouteflika qualifiant les harkis de collabos mais aussi d’autres propos plus apaisés, comme à Oran, où le président algérien a dit : « Le traitement du dossier des familles des harkis après l’Indépendance est l’une des plus graves erreurs commises dans le passé. Nous avons suscité en eux un sentiment de haine et de rancœur, portant ainsi un préjudice au pays. » Il parlait des enfants de harkis devenus membre du FIS puis terroristes pour venger le sort réservé à leurs parents. Vous avez eu des échos sur ces harkis restés en Algérie ?

Convoquer le passé, recréer un bouc émissaire ont été les arguments du pouvoir pour légitimer la guerre contre le FIS. J’y vois plutôt l’ultime recours d’un Etat qui a échoué à créer une démocratie politique et sociale digne de ce nom. Et qui surtout était dépassé par le « monstre » qu’il a créé, l’islamisme politique.

Quels sont vos rapports avec l’Algérie aujourd’hui ? Vous pouvez y aller ?

Longtemps, j’ai refusé d’aller en Algérie. J’avais d’autres pays à visiter. Ce pays ne m’attirait pas du tout C’est le pays de mes parents. Aujourd’hui, c’est le contraire, j’espère que l’Algérie va évoluer. J’ai encore beaucoup de membres de ma famille, surtout en Kabylie. Je ne suis allé qu’une fois, je dois dire que j’ai été reçu comme rarement dans un autre pays. Vous savez, ils voient en moi un membre de la famille, un cousin de France. Personne ne m’a parlé du passé de mon père, au contraire ils souhaitent qu’il puisse revenir un jour, voir sa terre natale. Et je dois avouer que la plupart des Algériens que j’ai rencontrés se soucient davantage de leur avenir.

Sans être porte-parole des fils de harkis, avez-vous des doléances vis-à-vis de l’Algérie ? Les enfants paient-ils pour leurs parents ?

Il faut que l’Algérie cesse d’écrire une histoire officielle de la guerre d’Algérie. Que derrière le mot « harki » se cachent bien des parcours et des vies très différents. Comment expliquer le nombre aussi important de harkis durant la guerre ? Par une volonté de soutenir le colonialisme ? Pas sûr. L’exemple de mon père le montre. Et aussi permettre une libre circulation. Comment mon père, citoyen français, peut se faire refouler par l’Algérie ? Il y une responsabilité française à cet égard, mais l’Algérie doit savoir que la guerre est finie. Que ces gens aspirent à terminer leurs vies dignement, revoir leur terre natale et leur famille. Et il faut aussi construire des passerelles entres historiens des deux rives de la Méditerranée. Travailler à apaiser les mémoires, être capable de dialogue. Regarder l’histoire, ne pas l’écrire. Quant aux enfants, ils ont beaucoup payé pour leur père. Combien d’enfants brisés ? Combien de suicides, d’échecs scolaires, de rancœur et d’amertume ?

Avec du recul et selon votre intime conviction, votre père aurait-il eu le même engagement si cela était à refaire ?

Honnêtement, je suis incapable de répondre à cette question. Le meilleur moyen de le savoir est de le lui demander. Je voudrais, juste rajouter une chose. Je suis né en Moselle, à Thionville, situé à une dizaine de kilomètres de la frontière allemande. Ici, je peux certifier que les habitants de mon village ont connu les affres de la Seconde Guerre mondiale. Population évacuée, incorporation des « malgré-nous », rattachement de l’Alsace et de la Moselle au Reich. Eh bien, ces deux pays, que sont l’Allemagne et la France, ont su construire une relation forte. Ils ont bâti ensemble l’Europe que l’on connaît. Comment ? En se respectant mutuellement, en ne niant pas le passé, mais en le regardant ensemble, parfois de manière douloureuse, et surtout dans la volonté de construire un destin commun, un espace de prospérité. D’ailleurs, l’Allemagne et la France ont signé un traité de paix en 1963. Un exemple que l’Algérie et la France pourrait s’approprier

A PROPOSITO DELLA RAI

Da un mio commento Sul Giornale on Line  del 1/10/2009

Condivido la battaglia contro il canone. Non mi risulta che la RAI faccia un servizio pubblico, oramai da una ventina d'anni a questa parte. Nel bene o nel male siamo tutti cresciuti e non abbiamo piú bisogno di tutori come ai bei tempi di "Moby Dik " per cui ritengo che la RAI debba essere privatizzata vendendo separatamente i 3 canali con severe norme antimafia, anticartello in modo che le forze politiche siano di tasca loro coinvolte e possano attraverso la televisone esprimersi. A questo punto saremo su un piano d'uguaglianza e reciprocitá e sará giustamente la legge del mercato a definire gli ascolti. Mi sembra ovvio che un canale governativo, ridotto ai minimi termini, debba sempre esistere e cambiare ad ogni eventuale cambio di governo i sui dirigenti e Staff.


La situazione atttuale é semplicemente grottesca, insulsa, antiecomomica,antidemocratica e non rispecchia, assolutamente, le idee politiche della maggioranza degli italiani, assai bene espresse nell'Aprile del 2008.