Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando
una simile orma di piè mortalel
a sua cruenta polverea calpestar verrà.
Lui folgorante in solio vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito mista la sua non ha:
vergin di servo encomio e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito sparir di tanto raggio
e scioglie all'urna un cantico che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulminetenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza:.......
....................... le braccia al sen conserte,stette,
e dei dì che furonol'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili tende, e i percossi valli,
e il lampo dè manipoli,e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio e il celere ubbidir.
Ahi! Forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,e disperò; ..............
.............................Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
Giusto quello che dopo quasi 50 anni miei neuroni mi hanno permesso di ricordare. Anche se, personalmente, mi é sempre piú piaciuta: " A Zacinto " colma di struggente melanconia per la propria patria perduta , Veramente un grande Poeta, prerisorgimentale, sommerso da eventi piú grandi di lui, sfortunato al gioco e sfortunato in amore!...... contrariamente al proverbio popolare!
lunedì 4 maggio 2009
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