La "costante" nei secoli e che il fanatismo religioso o politico che sia, sempre prevale sulla intelligenza e sulla logica e come dice il regista Cileno Alejandro Amenabar : " contro il fondamentalismo, mettiamoci un peplum" o come dice il nostro Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi :
" ATTUARE RIFORME É PIÚ DIFFICILE CHE SCATENARE RIVOLUZIONI"
Non trovate analogie? Io si. Leggendo la vita di Ipazia nel contesto del suo tempo, una scienzata, una filosofa, una donna di grande intelligenza brutalmente assassinata, spellata,smembrata, bruciata da chi? da un vescovo di nome Cirillo giustamente ricordato per le dimesioni del suo membro che gli permettevano di sodomizzare i microbi , nei papiri universitari che si usavano consegnare alle matricole prima del 68! e dalla sua scorta di barellieri che erano chiamati " Parabalani" barbuti, integralisti....Certo stiamo parlando del 4 secolo dopo Cristo peró quale assonanza e quali analogie conn un altro gruppo che 1600 anni dopo si comporta nello stesso modo in Afganistan ed inPakistan! Quali e quante analogie politiche con il mondo
della sinistra allo stremo che sogna di poter fare a Silvio con l'aiuto , come s'é visto, dei "toghelani Rossi" quello che Cirillo fece ad Ipazia! Fortunati noi occidentali che viviamo nel 2000 non cosi purtroppo tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle che il destino crudele ha voluto nascessero in Paesi a conduzione religiosa islamica che puó andare tranquillamente a "braccetto"
con i fanatici cristiani di 16 secoli fá !
"Alla morte di Teofilo nel 412 salì sul trono episcopale di Alessandria Cirillo.[56]. Secondo il resoconto di Socrate Scolastico (uno scrittore cristiano), nel 414 ci furono delle violenze contro i cristiani ad opera di ebrei, alle quali il vescovo reagì cacciando gli ebrei da Alessandria e trasformando in chiese le sinagoghe:[57] entrò inoltre in conflitto con il praefectus augustalis (prefetto della città), Oreste. Questi era stato assalito da alcuni monaci e ferito dal tiro di una pietra e il colpevole venne messo a morte, ma Cirillo gli tributò solenni onori funebri, attribuendogli il titolo di martire.
Poco dopo questi avvenimenti avvenne l'uccisione di Ipazia, che era invece stimata e ascoltata da Oreste, da parte di alcuni monaci. La responsabilità del vescovo Cirillo è riconosciuta anche dalle fonti cristiane, in modo più o meno esplicito. All'epoca, la chiesa di Alessandria godeva di grande prestigio per essere stata campione dell'ortodossia contro l'eresia ariana, mentre in quegli anni era in corso la disputa cristologica tra Cirillo e Nestorio, patriarca di Costantinopoli, risolta solo dopo la morte di quest'ultimo (con il concilio di Calcedonia del 451) con la condanna del monofisismo. Ai riflessi di queste dispute si deve probabilmente il diverso atteggiamento delle fonti cristiane nei confronti di Cirillo (favorevole il monofisita Giovanni di Nikiu, contrari l'ariano Filostorgio e il costantinopolitano Socrate Scolastico) e di conseguenza i diversi punti di vista dei racconti dell'uccisione di Ipazia.
Cirillo era grandemente apprezzato da Pulcheria, sorella dell'imperatore Teodosio II, ancora minorenne all'epoca dei fatti. L'inchiesta per l'uccisione di Ipazia si risolse con un nulla di fatto, ma i temuti parabalanoi, chierici "barellieri", che costituivano di fatto una sorta di milizia privata del vescovo, vennero posti sotto l'autorità del prefetto, in seguito ad una richiesta della comunità di Alessandria.[58]
Uccisione di Ipazia [modifica]
Nel marzo del 415, su ordine di Cirillo di Alessandria, un gruppo di cristiani fanatici sorprese la filosofa mentre ritornava a casa, la tirò giù dalla lettiga, la trascinò nella chiesa costruita sul Cesareion e la uccise brutalmente, scorticandola fino alle ossa (secondo alcune fonti utilizzando ostrakois - letteralmente "gusci di ostriche", ma il termine era usato anche per indicare tegole o cocci), e trascinando i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati. "
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