martedì 4 maggio 2010

Vada a farsi fottere. Lei è un bugiardo e un mascalzone


D'Alema alla puntata di Ballarò (Italyphotopress)

ROMA - «Vada a farsi fottere. Lei è un bugiardo e un mascalzone. Pagato per fare il difensore d'ufficio del governo». Ci sono stati un paio di minuti al calor bianco a Ballarò tra Massimo D'Alema e Alessandro Sallusti, condirettore del Giornale. La discussione, che era iniziata dalle dimissioni del ministro Scajola, si è spostata sui presunti favori ai politici per l'acquisto e gli affitti di favore cui avrebbero beneficiato. Sallusti ha chiamato in causa il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e lo stesso D'Alema, che ha subito ribattuto di aver pagato l'affitto delle sue case «a prezzi di equo canone». Ma i toni si sono immediatamente alzati.

AFFITTOPOLI - Sallusti ha accusato D'Alema di «moralismo» facendo poi un paragone tra la vicenda di Scajola e la cosiddetta «affittopoli» degli anni Novanta, quando alcuni politici, tra cui lo stesso D'Alema, furono criticati perché abitavano in affitto in case di enti previdenziali pagando l'equo canone. «L'accostamento è del tutto improprio - ha detto D'Alema con voce alterata - io come migliaia di persone pagavo ciò che era previsto dalla legge, e non troppo poco».

Massimo D'Alema? Mi ricordo che nei primi mesi del 84, Dirigente iscritto all' Inpdai dal 79 scrissi al mio ente previdenziale per sapere come mai io pagassi per un appartamento di 100 mq nel paesino di Borgomanero NO lit 450.000 tante quante loro facevano pagare all'allora dirigente del PCI per un attico nel centro di Roma.

Chiaramente non ricevetti risposta, continuai a pagare i miei contributi previdenziali ed anni dopo assistetti come tanti miei colleghi al collasso dell' INPDAI assorbito poi dall' INPS.

Non ho seguito la trasmissione , ho solo ripreso dal Corriere quel che mi interessava per ribadire la mia idea che chi di professione fa il politico ed é un "mestieraccio" assolutamente trasversale sviluppa, quant'anche non avessse fatto parte dei cromosomi, una sicumerica arroganza che é poi la causa della disaffezione di una grande parte della nostra societá civile .

Cosi come avevo scritto al Signor Di Pietro al mio rientro dal Cile, scriveró anche al Signor D'alema per chiedergli di quantificare il suo " non troppo poco" e sapere per quanti anni ha pagato un affitto a equo canone???

Giá che ci sono, per curiositá ,visto che come imprenditore all'estero ci ho rimesso dei soldi, mi piacerebbe chiedergli come un pubblico servitore sia riuscito a comprarsi uno yacht a vela non indifferente di cui posso , essendo un velista, immaginare il costo ed il mantenimento e gli ettari di terreno per il vigneto di cui i media, giorni orsono, scrivevano.

Avrá anche lui vinto all' enalotto?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Scajola - D'Alema, quando la casa è un problema!

Scajola come sempre, quando fa qualche 'cappella', quando la fa 'fuori dal vaso', si fa prendere dal panico, lascia e se ne và! Lui non è mica un Bertolaso o un Berlusconi qualsiasi! Loro restano!
Per Claudio Scajola è la seconda volta da ministro dimissionario: la prima fu nel nel 2002, quando a Bologna venne assassinato il professore universitario Marco Biagi, consulente del governo. Scajola, all’epoca ministro dell’Interno, finì al centro di polemiche poiché il Viminale aveva tolto la scorta a Marco Biagi, nonostante questi avesse manifestato preoccupazione per la propria vita. Allora si era dimesso per aver dato del 'rompicoglioni' a Biagi, oggi, invece si è dimesso da ministro dello sviluppo perchè "devo difendermi, forse la mia casa è stata pagata da altri a mia insaputa". Siamo veramente alla farsa! Ma nenache l'opposizione ci và tenera! Duro botta e risposta tra Massimo D'Alema e il vicedirettore del Giornale, Alessandro Sallusti, durante la trasmissione Ballarò, sulla vicenda delle dimissioni del ministro Scajola. Lo scontro ha visto tra l'altro D'Alema - stizzito come una 'zitella' acida ed isterico come una 'checca' capricciosa - mandare il giornalista «a farsi fottere». Sallusti ha accusato D'Alema di «moralismo» facendo poi un paragone tra la vicenda di Scajola e la cosiddetta «affittopoli» dei primi anni '90, quando alcuni politici, tra cui lo stesso D'Alema, furono criticati perchè abitavano in affitto in case di enti previdenziali pagando l'equo canone, ovvero quattro soldi. «L'accostamento è del tutto improprio - ha detto D'Alema con voce alterata e urlando - io come migliaia di persone pagavo ciò che era previsto dalla legge, e non troppo poco». Sallusti ha replicato ricordando che però D'Alema lasciò la casa dell'ente che aveva in affitto. «Vada a farsi fottere - ha gridato il presidente del Copasir - lei è un bugiardo e un mascalzone». E al giornalista che insisteva D'Alema ha replicato: «è stato fatto un accostamento che non c'entra nulla. Io ero in affitto, non ero nè ministro nè capo di governo, ero in un ente previdenziale pubblico e pagavo l'equo canone previsto dalla legge». Nel crescente battibecco, con le voci dei due protagonisti che si accavallavano, D'Alema ha proseguito: «quando uscì la questione che i politici non potevano restare, e io non pagavo con i soldi che mi dava uno speculatore amico mio, io la lasciai. Io ebbi gratuitamente la sensibilità di lasciare la casa». Sallusti ha però rintuzzato: «anche Scajola ha lasciato il suo posto senza essere indagato». A questo punto D'Alema ha ulteriormente alzato il tono della voce: «lei si guadagna lo stipendio dicendo mascalzonate, la pagheranno mandandogli signorine». «Le signorine - ha replicato Sallusti - le usavano i suoi uomini in Puglia». A questo punto, vista l'impossibilità di ricondurre a ragione i due contendenti, il conduttore Giovanni Floris ha sfumato l'audio dei loro microfoni e ha mandato in onda un servizio. Il Massimo del Pd non è poi la persona così tranquilla e pacata che vuol fare intendere. Basta parlargli di case! Basta ricordargli che lui non si poneva troppe domande, quando abitava la casa di un ente previdenziale, quando pagava una affitto irrisorio, magari inferiore di un terzo di quello pagato, con mille sacrifici, da un operaio del suo partito. Il Massimo-Furioso-Stizzito-Supponente, ha dovuto arrendersi all’evidenza di una figuraccia inqualificabile! Come l’ultimo dei 'tronisti'. Come il naufrago inviperito di un’improbabile isola dei famosi della politica. Davvero una pessima performance per il tanto compassato 'velista' abituato a navigare sul suo yatch privato affrontando ben altre tempeste. Caro Massimo, ma come fai a partecipare, proprio tu, ad una trasmissione dove si parla di 'case', ti sei forse bevuto il cervello?

a cura di: http://liberalvox.blogspot.com