mercoledì 16 luglio 2008

" io li ho conosciuti "

E si, posso dire di aver conosciuto questa strana "razza" di sindacalisti , grandi servitori pubblici, amanti dei nipotini e delle lunghe passeggiate, con l'animo del benefattore, un poco artisti, ma fondamentalmente degli imprenditori mancati.
Per un anno ed un pó, gestendo un progetto di cooperazione in Cile di Progetto Sud Ong di Benvenuto successore alla guida del stracotto PSI di Del Turco, posso dire di aver colto, come in una "full immersion" i differenti aspetti di questa politica, sempre la stessa, fatta d'inciucci, arroganze, pressioni, mazzette, case in Costa Rica , se non a Roma o a Capalbio, o in Sardegna o nei Caraibi alle isole Caiman dove i nostri "caimani nazionali " "nuotano" perfettamente a loro agio.
Tre lustri sono passati da allora, il Benvenuto ha continuato il suo "servizio di servitore dello Stato" al ministero delle Finanze, poi un posto da deputato o senatore, non ricordo ed ora sará nuovamente nel suo "feudo" del Bruno Buozzi o chissá in quali faccende affacendato. Il suo ex collega, dopo un "training" importante come presidente dell'antimafia (carrozzone che sul piano nazionale ricorda l'Onu per la sua completa inefficenza) addirittura ministro delle Finanze del Governo Amato (puó essere considerato un "Master " viene eletto Presidente della Regione Abruzzo e si compra tre case e versa alla convivente mezzo milione di Euro, un mio amico romano avrebbe aggiunto : " me cojoni "
Vincenzo Angelini un corruttore? Oppure un concusso? A dire il vero nel corso della mia vita lavorativa nei varii Paesi di residenza ho sempre avuto richieste piú o meno importanti di quattrini a fronte di accelerare processi di pagamenti dovuto, per cui sono propenso, per logica ed esperienza a presumere che l' Angelini abbia giocato i due ruoli e i beneficiari siano dei corrotti da, previa indagine e sentenza interdire senza appello da ogni funzione pubblica.
Con i quattrini ricavati e con l'esperienza acquisita che si gettino nell' imprenditoria, dove dovranno, per potersi muovere, chissa ancora per quanti anni ............. corrompere ed essere concussi!
Andrea Storace
Dal Giornale del 16.07.08
In quest’angolo isolato d'Abruzzo, popolato di malavitosi impenitenti, il Governatore ieri ha scambiato quattro chiacchiere prima con Pierluigi Mantini, segretario della commissione Giustizia della Camera, e poi con Marcello Pera, di Forza Italia. A entrambi ha detto di «non provare alcun rancore per gli inquirenti» perché «dà per scontato» di riuscire a provare la propria estraneità ai fatti contestati. Due soli i timori. Uno può sembrar paradossale («oggi dovevo essere a Roma a discutere con i rappresentanti del governo di problemi legati alla sanità della regione, sono molto preoccupato perché la situazione della sanità abruzzese che si doveva affrontare nella conferenza Stato-Regioni, è gravissima»); l'altro dà invece l'idea di come il Governatore sia mentalmente pronto anche ai tempi lunghi («mi sono portato da casa una decina di libri, purtroppo ancora non me li hanno fatti entrare in cella e non capisco perché»).
Da Repubblica del 16.07.08
L'ordinanza della procura: ecco i movimenti di denaro sospettiMazzette da 10 a 750 mila euro. La "sospetta" operazione del 17 marzo
"Case e soldi alla compagnacosì il presidente riciclò tangenti"
di CARLO BONINI GIUSEPPE CAPORALE

Ottaviano Del TurcoPESCARA - Racconta il Grande Elemosiniere Vincenzo Angelini che furono diciannove le volte in cui si chinò "a baciare la pantofola" del Presidente Ottaviano Del Turco. Che per diciannove volte, pacchetti da 100 a 750 mila euro, passarono dalle sue mani allo scaffale di una libreria, al tavolo di una pasticceria, al ripostiglio di una cucina. Sei milioni di euro, si è detto. Ma in una Cabala dove ora anche i numeri acquistano una loro forza suggestiva, dove sono finiti questi denari? Detta altrimenti: quali i riscontri? E le fonti di prova? I bonifici per le case di famiglia Scrive il gip Michela Di Fine (pagina 317 dell'ordinanza): "Le indagini non hanno sin qui evidenziato situazioni atte a riscontrare incassi diretti di denaro contante in conseguenza delle dazioni effettuate da Angelini.
Dal Corriere della Sera del 16.07.08
DAI NOSTRI INVIATI PESCARA — Il re delle cliniche Vincenzo Angelini, la gola profonda che ha azzerato la giunta Del Turco in Abruzzo, è il protagonista assoluto dell'ordinanza di 442 pagine del giudice Maria Michela Di Fine. L'imprenditore in numerosi interrogatori parla dei politici di destra e di sinistra definendoli dei «roditori». Sì, dei topi famelici che sono saliti sulla sua imbarcazione per dare fastidio a lui che è un «magnifico nocchiero».
Loro, i politici, hanno fretta di incassare: «Vai a parlare con Ottaviano, ci stanno le vacanze, la corrente» gli dice il capogruppo del Pd Camillo Cesarone. Ma anche Angelini pretendeva sempre di più: «Hanno fatto una delibera che, perdoni l'espressione volgare signor giudice, è messa su misura per il mio sedere».
A cena dal Bolognese Angelini non si ferma mai con le sue richieste al palazzo: «Ma se il problema è che avete sbagliato a emettere le patologie, le patologie vanno cambiate». Il re delle cliniche arriva persino a lamentarsi del trattamento ricevuto in un noto ristorante di Roma frequentato da molti politici. Angelini spiega al pm Di Florio come e dove sarebbe avvenuto il pagamento delle tangenti a Del Turco, ovvero nella casa di Collelongo, «in una specie di ripostiglio che lui c'ha sotto la scala, una specie di scala circolare». Entrava con il sacchetto pieno di soldi e usciva, pare, con lo stesso sacchetto pieno di mele per non destare sospetti. Il pm Bellelli: «C'erano altre persone?». Angelini: «No, qualche volta è venuta la moglie Cristina, la quale però, poveretta, ha salutato e se ne è andata». Pm: «La titolare del ristorante di Roma?». Angelini: «Esatto». Pm: «Il Bolognese?». Angelini: «Della famiglia Bolognese, sì, sì. Al Bolognese, dove ho sempre mangiato pesante, quando ci andavo io pagavo io, e che scherzi?». Il presidente della giunta regionale è il principale obiettivo del pentito Angelini. Tant'è che il giudice, con linguaggio perentorio, traccia del governatore un «profilo delinquenziale non comune che lascia ritenere pressoché certa, indipendentemente da dimissioni da incarichi pubblici, la reiterazione dei medesimi reati per i quali si procede ». E anche Angelini non ha una grande considerazione morale di Del Turco, che viene addirittura paragonato al capo di Cosa nostra: «Neanche Totò Riina sarebbe arrivato a queste raffinatezze». Angelini davanti al pm Di Florio spiega anche che Del Turco avrebbe utilizzato quei soldi anche per fini politici: «E qui lui mi suona la musica che sta costituendo una corrente, la controcorrente, che ci sono otto senatori che lui deve, come dire, tenere buoni per sé rispetto a Boselli».
Ancora da Repubblica
"Il 17 marzo 2006, in coincidenza con la prima dazione di denaro da parte di Angelini, l'indagato Del Turco Ottaviano operava una sospetta operazione di giroconto dell'importo di 269 mila 498,89 euro presso la Banca Toscana di Collelongo in favore della convivente Davanzo Marie Christine. A fronte di tale operazione, la Davanzo acquistava cinque assegni circolari da euro 50 mila cadauno, verosimilmente utilizzati per l'acquisto, con rogito del 21 marzo 2006, di un immobile in Roma di ex proprietà dell'Inps sito in via Crescenzio al costo di 259 mila 800 euro". Ancora: "Del Turco Ottaviano effettuava sistematici bonifici a favore della Davanzo per un importo complessivo calcolato in euro 576 mila 498,89", mentre, "con rogito del 25 gennaio 2007, lo stesso Del Turco Ottaviano effettuava a nome del figlio Guido un acquisto immobiliare per l'importo complessivo di 453 mila euro". "Un'operazione alquanto strana - scrive il magistrato - perché nella circostanza Guido Del Turco risultava coaffittuario dell'appartamento acquistato a Roma dal padre unitamente a Pignatelli Maria Jasmine, legata sentimentalmente all'indagato Lamberto Quarta (capo della segreteria del Governatore ed ex segretario regionale dello Sdi ndr.)". Senza contare - conclude l'ordinanza sul punto - un'ulteriore ""misteriosa" e prestigiosa abitazione acquistata in Roma cui faceva riferimento non solo Angelini, ma anche il contenuto di qualche conversazione telefonica intercettata dello stesso Del Turco".
L'acquisto di 3 case a Roma e bonifici per oltre mezzo milione di euro a favore della propria convivente, sono un indizio sufficiente? Il gip Di Fine, e con lei la Procura, ne sembrano convinti. Esattamente come della genuinità della confessione che, il 12 aprile, il Grande Elemosiniere comincia a verbalizzare.
Ancora dal Corriere
Mi diceva che solo loro mi potevano aiutare perché anche il resto della politica era contro di me e mi volevano rompere le gambe». E il capogruppo del Pd insisteva: «Devi parlare con Del Turco, portagli 100 mila euro». Spiega il gip: «Costringevano a consegnare la somma» e Del Turco, secondo il racconto di Angelici, commentava: «Sì, sì, va bene, non ti preoccupare, ma sai, io non mi voglio sforzare di parlare di sanità perché io amo la musica della politica, per cui dimmi qual è il problema e rivolgiti a Quarta». Cesarone non si accontenta mai. Intima ad Angelini di «consegnare mezzo milione a Del Turco: o paghi o non riusciamo a contenere le ispezioni (si riferisce alle case di cura del suo gruppo, ndr) ». Il capogruppo del Pd sente puzza di bruciato e dice ad Angelini: «Tu devi andare da Del Turco perché la situazione si sta aggravando, tu hai i telefoni sotto controllo». Angelini deve fronteggiare anche il manager Asl Luigi Conga che gli dice: «Io sono direttore generale e devo prendere le decisioni: o mi dai 100 mila euro al mese oppure non prendi più una lira. O paghi oppure i tuoi soldi li vedrai tra 10 anni, divertiti a farmi causa».

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