giovedì 16 luglio 2009

OSCAR ....NON DA OSCAR!

Sono convinto che al compimento del 79mo anno d'etá, qualsiasi persona ha il diritto-dovere di ritirasi, sempreché non l'abbia fatto prima, definitivamente dalla scena politica e godere dell' affetto dei suoi cari! l'Ex presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro non fa eccezione! Al proposito mi chiedo, con quale criterio se no quello annebbiato dall' etá avanzata, puó chiedere dalle pagine di Repubblica 2000 al nostro e suo Primo Ministro in Carica di rispondere a delle stupidaggini!
Perché non ritorna indietro nel tempo e , frivolezza per frivolezza, non ricorda la denuncia che si é beccato per fare il "guardone Bacchettone" ?
In ogni caso con il proverbio spagnolo : " di tal palo tale astilla " ecco qui la sua biografia!
sintetica biografia del ex presidente Oscar Luigi Scalfaro che ci permette di notare come "la genetica non sia acqua" nell'analogia di comportamento tra il suo antenato e lui per quanto riguarda l'aspetto umano della "riconoscenza" (in grassetto i due periodi).
OSCAR LUIGI SCALFARO nato a Novara il 9 Settembre del 1918 vivente.Si laureò in Giurisprudenza nel 1941 all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed entrò in magistratura nel 1943, prestando giuramento fascista. ottenne di entrare nelle Corti D'Assise Straordinarie, istituite il 22 aprile per sei mesi su richiesta degli angloamericani per porre un freno ai processi sommari del dopoguerra, dei veri e propri linciaggi [1][2] Le Corti in realtà durarono non sei mesi, ma sino al 31 dicembre 1947, quando furono chiuse per essersi macchiate di palesi soprusi, negando le più elementari norme del diritto[5][6]. Lasciò la toga per la politica nel 1946: fu eletto a Torino, fra i più giovani nelle file della Democrazia Cristiana, all'Assemblea Costituente che doveva redigere una nuova Carta Costituzionale Oscar Luigi Scalfaro ebbe un vivace alterco con una giovane e bella signora, Edith Mingoni Toussan, da lui pubblicamente ripresa in quanto il suo abbigliamento, a parere dell'onorevole, era sconveniente (la signora mostrava le spalle nude). L'episodio terminò in questura e la giovane donna denunciò Scalfaro ed il collega per ingiurie (il processo non fu mai celebrato per sopravvenuta amnistia nel 1953). La vicenda tenne banco sui giornali e riviste italiane per lungo tempo: la stampa laica accusava Scalfaro di "moralismo" e "bigotteria", Coerente alla sua concezione anticomunista, all'inizio degli anni sessanta Scalfaro si oppose fermamente alla cosiddetta "apertura a sinistra" cioè all'ingresso del Partito Socialista Italiano, che egli considerava "il cavallo di Troia" del comunismo, Come esponente dell'ala destra della DC ricoprì comunque molte cariche di governo anche nei primi anni del centrosinistra ma nella seconda metà degli anni Settanta la sua figura nel quadro politico generale rimase un po’ in ombra, ed in quel periodo ebbe come unica carica istituzionale la vicepresidenza della Camera dei Deputati (da ottobre 1975), che mantenne per quasi otto anni. Nell'agosto 1983 fu chiamato da Craxi, non senza che ciò destasse un certo stupore nei commentatori politici di allora, a ricoprire una delle cariche più delicate ma prestigiose del governo: la titolarità del ministero dell'Interno, carica che mantenne ininterrottamente fino al luglio del 1987 Si è trattato di una delle presidenze più controverse della storia repubblicana: 1992 -1999 Accompagnò la riluttanza di Craxi a dimettersi dalla segreteria del PSI con le sferzanti parole "chi ha salito le scale del potere deve saperle discendere con uguale dignità". Con il messaggio televisivo in cui pronunciò le celebri parole "Non ci sto",[10]accreditò la chiave di lettura dello scandalo SISDE - che coinvolse alcuni dipendenti dei servizi segreti civili che avevano operato anche sotto la sua gestione del Viminale - Lo snodo decisivo per tale spostamento fu la sfiducia individuale votata al ministro della giustizia Filippo Mancuso: questi, accusato di opporsi alla deriva giudizialista del centro-sinistra si difese in Senato con un feroce discorso in cui scelse come testa di moro proprio il Quirinale. Ripescando la vicenda SISDE, Mancuso affermò che Gaetano Gifuni avrebbe cercato di orientare la sua relazione nella precedente veste di presidente della commissione governativa di indagine: la relazione sarebbe dovuta cambiare, e l'affermazione della non illiceità della dazione mensile di danaro da parte del SISDE - a Scalfaro quando era ministro dell'internoNell'ultima parte del settennato gli attivisti giovanili di Alleanza nazionale contestarono il Capo dello Stato nei suoi viaggi nelle città italiane. Appena divenuto senatore a vita votò la fiducia al secondo governo D'Alema, cioè ad un presidente del consiglio da lui stesso nominato per il primo mandato (cosa che nel 1986 Pertini non aveva fatto, non partecipando alla votazione sulla fiducia al secondo governo Craxi). Durante la primavera del 2006 è stato Presidente del Comitato "Salviamo la Costituzione" e a capo del Comitato per il No al Referendum sulla Riforma Costituzionale, composto dai partiti del centrosinistra, dalle principali organizzazioni sindacali, dai Comitati Dossetti, dalle associazioni ASTRID, Libertà e Giustizia, ANPI, ACLI, Giovani per la Costituzione, Il 19 maggio 2006, come già aveva anticipato, ha votato la fiducia al governo Prodi II. Durante la XV legislatura ha votato più volte in favore del governo Prodi e della maggioranza di centro-sinistra, anche in occasioni determinanti e con voti di fiduciaAscendenze [modifica]Gli Scalfaro acquisirono un titolo baronale (che – come ogni altro titolo nobiliare – ha cessato d'aver rilevanza giuridica con l'avvento della Repubblica). Esso fu concesso da Gioacchino Murat all'antenato Luigi, colonnello calabrese dell'esercito napoletano. Luigi Scalfaro avrebbe in seguito presieduto il consiglio di guerra che nel 1815 condannò a morte lo stesso Murat.

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